Tutta questa materia, infatti, fino a quando non viene cotta in forno, può essere rigenerata più e più volte.
Come? Tutti gli scarti di lavorazione vengono raccolti in una vasca e, utilizzando dell’acqua, torno a dar loro una consistenza fangosa. Successivamente li metto ad asciugare, a piccoli mucchietti, su alcune assi di legno dove resteranno per qualche giorno, fino a quanto non riprenderanno quella densità perfetta per essere nuovamente plasmata al tornio.
Questo fa sì che tutto il processo di lavorazione, benchè sia davvero notevole in tutta la sua complessità (una complessità che, però, mi dà moltissime soddisfazioni!) e impegnativo, soprattutto se fatto a mano, si riveli anche molto sostenibile. Potendo recuperare tutta l’argilla che non uso, infatti, non riesco solamente a ridurre al minimo gli scarti, ma anche a sperimentare più e più volte, per ideare nuove forme e nuovi oggetti, praticamente senza consumare materia prima.
Ricapitolando…